Tre cose che ho imparato in due mesi da papà

personale, riflessioni, vignette

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Era da un po’ che non pubblicavo.

Sì, lo so che non è una novità, ma stavolta il motivo è diverso: sono diventato papà da poco più di due mesi di una bambina bellissima, tenerissima e ciccionissima (oh no, comincio a usare i superlativi da genitore).

Inutile dire quanto questa cosa abbia stravolto la mia vita, in meglio naturalmente. Si inizia letteralmente una nuova stagione, tanto che, come ho scritto sul mio scarabocchio, quando nasce un bambino nascono anche i genitori. Prima della nascita, non potevo neanche immaginare l’esplosione di sentimenti, emozioni e pensieri che mi avrebbe travolto. Non solo, si imparano tante cose.

Ne ho scelte tre:

1. Ho imparato che non sei mai pronto

Se pensi che prima o poi sarai “pronto” a essere genitore ti sbagli, non lo sarai mai.
Non avrai mai “tutto sotto controllo” e farai un sacco di errori. Metterai in discussione chi sei e cosa vuoi dalla tua vita. Si annullerà totalmente la tua famosa “comfort zone” e sarai spesso con le spalle al muro.

E ti assicuro che è una cosa bellissima!

2. Ho imparato (ancora di più) cos’è l’amore incondizionato

Fin dai primi momenti il neonato richiede tantissime cose e non dà niente in cambio. O almeno così potrebbe sembrare.

La cura del bambino richiede molto tempo, molta pazienza e un pizzico di resistenza ai cattivi odori (per le madri moltiplicare tutto questo per due o tre).
A questa dedizione totale il neonato non risponde con il linguaggio a cui siamo abituati, e la voce è dedicata quasi esclusivamente al pianto.

Nonostante tutto tu lo ami incondizionatamente, per ciò che è. Una cosa quasi inspiegabile a volte, soprattutto quando stai per svenire dal sonno cercando di tranquillizzare quel pianto inconsolabile che la medicina contemporanea ancora non sa spiegarsi completamente e che la tradizione chiama (con un ironico eufemismo) “colichette”.

Eppure è lì: un amore che non si basa sul comportamento dell’altro ma semplicemente sul fatto che esiste.

L’amore, quello vero, che spesso ci scordiamo.

3. Ho imparato tante cose nuove su Dio

Vivere sulla propria pelle delle realtà spirituali in modo nuovo è forse la cosa più stupefacente.

Nel mio ruolo di padre, ho capito ancora di più cosa abbia significato per Dio Padre dare Suo Figlio Gesù per un mondo a cui io probabilmente non darei neanche un pezzetto di unghia di mia figlia.

Nei miei errori, ho capito ancora di più quanto siamo limitati e quanto abbiamo disperatamente bisogno dell’aiuto del nostro Creatore.

Nel mio rapporto con mia moglie, ho capito ancora di più quanto sia stupendo il rapporto complementare che Dio ha stabilito anche nel crescere una nuova vita (anche se spesso è un rapporto molto sbilanciato su di lei).

Negli occhi di mia figlia ho capito ancora di più quanto noi figli siamo fragili, indifesi e piccoli, ma quanto siamo amati dal Padre.

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